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"Semi di pace nel Centrafrica in guerra": incontro con due missionari d'eccezione

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Tempi e il Circolo Feltre organizzano a Milano per venerdì 25 maggio (ore 21:15, presso l’Auditorium della parrocchia Sant’Ignazio di Loyola, piazza Don Luigi Borotti 5, ingresso libero) l’incontro “Semi di pace nel Centrafrica in guerra”. Parteciperanno due religiosi carmelitani in missione nel paese africano, in occasione di una delle rare visite in Italia: padre Federico Trinchero e padre Aurelio Gazzera.
I lettori di Tempi conoscono bene entrambi i relatori. Padre Federico Trinchero ha accolto nel monastero Nostra Signora del Carmelo insieme ai suoi confratelli tra il 2013 e il 2017 circa 10 mila sfollati scappati dalle violenze scoppiate nel paese dopo il colpo di Stato della coalizione islamista Seleka. Il convento, inoltre, si trova a poca distanza dalla parrocchia cattolica di Fatima, dove l’1 maggio un gruppo di ribelli ha ucciso durante la messa 16 cristiani con kalashnikov e granate.
Padre Aurelio Gazzera, che nel 2007 si è guadagnato l’appellativo di “uomo che ha piegato i fucili ai banditi”, ha realizzato innumerevoli opere a Bozoum, contribuendo durante le fasi più acute della crisi a impedire la dissoluzione della città e a evitare uno scontro aperto tra cristiani e musulmani. Rischiando la vita più volte, ha sempre rappresentato una speranza e una certezza per la popolazione minacciata dalla guerra.
Il Centrafrica non è un paese qualunque, ma quello dove nel 2015 papa Francesco ha aperto, per la prima volta nella storia della Chiesa, la porta Santa di un giubileo, quello straordinario della Misericordia, non a Roma in San Pietro ma nella cattedrale di Bangui, dichiarando la Repubblica Centrafricana “capitale spirituale del mondo”.
Dopo un paio d’anni nei quali le tensioni sono diminuite e si sono svolte pacificamente regolari elezioni, oggi il Centrafrica è di nuovo minacciato. L’80% del paese è in mano a gruppi armati, in lotta tra loro per il controllo delle immense risorse del territorio e per il potere politico. Le continue violenze rischiano purtroppo di riaprire un conflitto religioso tra cristiani e musulmani. Dopo l’attentato dell’1 maggio, il cardinale Dieudonné Nzapalainga, ha rivolto questo appello al paese: «Nei momenti più difficili emergono degli eroi e non dubito che degli eroi esistano nella Repubblica Centrafricana per alzarsi, come un solo uomo, per dire no alla violenza, no alla barbarie, no alla distruzione di se stessi». Venerdì sera avremo l’occasione di ascoltare due di questi “eroi”.

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